Capitolo 6 – La formazione dell’insegnante di sostegno – Sintesi

Sommario:

d. Sintesi

Il confronto con la privazione della vista è molto difficile, soprattutto perché occorre confrontarsi con un limite che ancora genera turbamenti emozionali e pregiudizi tali da determinare risposte educative gravemente inadeguate.
In un contesto diseducativo è molto probabile che un soggetto disabile visivo risponda al suo limite sensoriale con il tentativo di eludere il problema. Egli potrà farlo riducendo il suo spazio di vita e conducendo un’ esistenza sedentaria, inoperosa e loquace, nel senso verbalistico del termine. Ma potrà farlo anche cercando negli occhi iperdisponibili di un altro (generalmente la madre), una sensazione e un’apparenza di normalità.
Oggi questa seconda modalità di elusione è molto più diffusa, in particolar modo perché le risorse della tecnologia avanzata alimentano più intensamente il desiderio di recupero della funzione visiva.
Il confronto con il limite visivo scaturisce da un potenziamento compensativo della persona disabile che cercando di vivere interamente le proprie possibilità, viene indotto a sviluppare nel migliore dei modi le proprie risorse percettive, motorie, immaginative e sociorelazionali.
Affinché questo accada occorre garantire al bambino non vedente o gravemente ipovedente un precoce progetto riabilitativo personalizzato e un valido percorso di apprendimento scolastico.
Sono queste le vie essenziali che esigono un miglioramento, soprattutto nel senso di una loro integrazione, mediante un piano educativo individualizzato che sappia offrire alla realtà della famiglia quel sostegno e quel riconoscimento senza i quali la prospettiva di una società più integrata ci appare incredibile.