Capitolo 6 – La formazione dell’insegnante di sostegno – Per una analisi fattoriale della funzione docente

Sommario:

La foto di Mario sul libretto d'iscrizione alla Facoltà di Pedagogia

La foto di Mario sul libretto d'iscrizione alla Facoltà di Pedagogia

a. Per una analisi fattoriale della funzione docente

Già nel corso degli anni sessanta avevamo iniziato a disegnare una nuova immagine dell’insegnante e dell’aula scolastica, enfatizzando in particolar modo la relazione tra gli alunni, la fisionomia di un’aula-laboratorio e l’apparato tecnico-specialistico, inteso come supporto dei processi di insegnamento e di apprendimento.
Ben presto questa riflessione e questa ricerca hanno preso in esame anche le relazioni tra insegnanti e la consapevolezza personale nell’esercizio dell’insegnamento, allo scopo di favorire l’opportunità ma anche la necessità di mantenere viva e di rafforzare nei docenti la disposizione ad apprendere e la qualificazione dell’esperienza professionale.
Non sempre qusti argomenti venivano enfatizzati a discapito e in alternativa rispetto all’immagine tradizionale dell’insegnante inteso come figura rappresentativa del sapere e come indicatore di valori, esemplificati mirabilmente nella sua presenza e nella sua condotta personale.
Più che altro si voleva arricchire il contesto dell’esperienza scolastica per andare oltre una semplice trasmissione di cultura ed offrire alla scuola una prospettiva, come sede produttiva di beni culturali.
Tutto questo però veniva semplicemente predicato, in occasione di convegni o di riunioni associative e, salvo eccezioni del tutto autonome e indipendenti, restava il mero patrimonio ideale di una tensione pedagogica protesa verso il miglioramento di una fase sociale troppo vincolata dal fascino dei consumi.
Il limite invalicabile di simili ragionamenti e ricerche restava comunque la cultura monocratica degli insegnanti ed in un certo senso la concezione dell’alunno come proprietà personale, quantomeno nelle proprie ore di competenza.
Questi due elementi restano tuttora i principali punti di non flessibilità della realtà scolastica. Nell’immaginario scolastico il servizio educativo di insegnamento viene ancora oggi considerato come qualcosa da incarnare tutt’al più da indossare, da “rappresentare olisticamente”.
Viceversa si tratta di concepire un servizio educativo di insegnamento inteso come un insieme di funzioni articolate e flessibili, tali da comporre un apparato scolastico sulla base del quale il sistema scuola, inteso nella sua dimensione generale, possa porre le fondamenta di una efficace innovazione educativa e scolastica.
Occorre pertanto condurre una vera e propria analisi fattoriale della funzione docente, dalla quale emergano nitidamente i tratti scomponibili, adatti a favorire un potenziamento della duttilità e delle articolazioni possibili del servizio.
A questo proposito noi abbiamo individuato almeno cinque tratti costitutivi, predisposti a promuovere ulteriori distinzioni. Ci preme sottolineare che non si tratta comunque di aspetti parcellari, bensì di sottofunzioni che mantengono intatta una loro significazione all’interno della relazione educativa.
Ci sembrerebbe infatti decisamente inopportuno e nocivo indirizzarci verso una dimensione molecolare del tratteggiamento delle funzioni, poiché ciò ci condurrebbe inevitabilmente verso una frammentazione caotica del fatto educativo scolastico.

Schema indicativo dell’analisi fattoriale della funzione docente

1) Attività finalizzate alla conoscenza dei gruppi scolastici e dei singoli alunni, allo scopo di consentire l’adattamento del contesto alle esigenze della popolazione scolastica.

2) Attività finalizzate alla programmazione dei corsi di lezioni in rapporto con le variabili della popolazione scolastica e dei singoli gruppi di apprendimento (in casi particolari anche in rapporto a singoli alunni).

3) Attività concernenti l’attuazione della singole lezioni relative a gruppi di apprendimento più o meno estesi (sottogruppi di classe, classi intere o più classi) ed in casi particolari a singoli alunni.

4) Attività concernenti la guida, il sostegno, la facilitazione e il recupero dell’alunno in rapporto al suo personale percorso di apprendimento (queste attività non escludono comunque una funzione di facilitazione e di recupero rivolta a più alunni).

5) Attività concernenti il conforto, il contenimento e la riattivazione della disposizione ad apprendere (si tratta di attività per lo più rivolte a singoli alunni, senza escludere in casi particolari interventi rivolti a gruppi, a classi e a più classi).