Mario Mazzeo – Note Biografiche

a cura di Ersilia Bosco

Mario Mazzeo nasce a Spoleto (PG) il 6 agosto 1945. In quel periodo la sua famiglia – il padre maresciallo maggiore dell’esercito, la madre casalinga e il fratello Renzo più grande di qualche anno – vive ancora in pieno le conseguenze e le difficoltà del dopoguerra. Mario era solito ricordare con ironia la coincidenza della sua nascita con il giorno dello scoppio della bomba atomica a Hiroshima: difatti la scoperta da parte dei genitori della gravissima miopia da cui era affetto il proprio figlio minore avrebbe provocato non pochi sommovimenti e difficoltà.
Mario frequenta la scuola elementare e media a Cisterna di Latina (LT), paese natale della madre.
Nonostante il piccolo residuo visivo ottiene eccellenti risultati: la sua foto viene pubblicata sul giornale locale tra i “primi della classe”, vince la medaglia d’oro al concorso di cultura religiosa Veritas , e ottiene una borsa di studio alla fine delle medie.

Mario adolescente va in bicicletta con un amico

Mario adolescente va in bicicletta con un amico

Ama andare in bicicletta nonostante il divieto paterno. Frequenta l’oratorio ma frequenta anche un gruppo di ragazzi ritenuti “poco raccomandabili” perché, come vivacemente riportato nei suoi racconti, tra loro trova una autenticità di rapporto e può mettersi maggiormente alla prova.
Con la famiglia si trasferisce a Roma dove frequenta l’Istituto Magistrale “G. Carducci”.
Dopo il diploma (1961-62) si iscrive alla Facoltà di Magistero.
Nel 1964 viene ricoverato presso la clinica Oculistica dell’Università (direttore Prof G Bietti) e viene sottoposto a due interventi chirurgici per grave distacco retinico dell’occhio destro: per complicanze emorragiche perde completamente la vista a destra mantiene un piccolo residuo a sinistra (miopia di oltre 30 diottrie), residuo che negli anni settanta perderà completamente.
Sempre nel 1964 decide di frequentare il corso di specializzazione per gli educatori dei minorati della vista presso l’Istituto Statale “Augusto Romagnoli” conseguendo nel 1966 il diploma di specializzazione. Nel fare questo contrasta il desiderio del padre che riteneva la possibilità di gestire un’edicola di giornali come una buona opportunità per raggiungere la tranquillità economica.
Per due anni (1966-1968) insegna lingua francese presso la scuola media dello stesso Istituto Romagnoli.
La scelta di Mario si rivela fondamentale per la crescita personale e la formazione professionale. Lo studio, le ricerche, l’insegnamento ai bambini ciechi – in particolare ai bambini ciechi con disabilità associate – il confronto con le famiglie, il rapporto con il professore Enrico Ceppi, preside dell’Istituto, la collaborazione e l’amicizia con altri insegnanti ed educatori eccellenti, quali la maestra Luciana Picchiarelli, il prof. Vincenzo Ciocchetti, il prof. Enzo Bizzi, contribuiscono ad approfondire ed arricchire la sua competenza umana e professionale.
Mario si laurea in Pedagogia nel settembre del 1971 con una tesi sulla educazione sessuale dei giovani non vedenti.
Nel 1972 si sposa con Ersilia Bosco. Nel 1973 nasce il figlio Marco.

Mario tiene teneramente in braccio il neonato figlio Marco - 1973

Mario tiene teneramente in braccio il neonato figlio Marco - 1973

Alla fine degli anni 70 perde il piccolo residuo visivo e diviene cieco assoluto: non è più in grado di percepire nemmeno la differenza tra luce ed ombra.
Nel luglio del 1985 si laurea in psicologia, indirizzo applicativo, con una tesi sullo sviluppo cognitivo del bambino cieco, tesi che rappresenta la base del libro pubblicato nel 1990: “Il bambino cieco. Introduzione allo sviluppo cognitivo.” – Edizioni Anicia 1990.
Continua ad approfondire la formazione personale approfondendo la conoscenza delle dinamiche familiari e delle problematiche sessuali. E’ iscritto negli albi degli psicologi dal 1996.
Da sempre interessato a comprendere e condividere la vita sociale partecipa a diversificate esperienze socio-politiche. Frequenta la comunità di base di San Paolo, animata dall’Abate Don Franzoni, il gruppo giovanile della Parrocchia dei Protomartiri da cui poi uscirà per approdare ad esperienze più squisitamente politiche : partecipa per diversi anni alle attività del Comitato di Lotta per la casa di Primavalle.

Il figlio Marco all'età di tre anni a cavalcioni di Mario che gattona in un prato dell'Alpe di Siusi - 1975

Il figlio Marco all'età di tre anni a cavalcioni di Mario che gattona in un prato dell'Alpe di Siusi - 1975

Intanto continua il suo lavoro presso l’Istituto Romagnoli: insegna diverse materie (pedagogia generale, tiflopedagogia, psicologia denegarle e dello sviluppo, metodologia didattica educazione linguistica) nei corsi di formazione per gli educatori dei minorati della vista, tiene costantemente corsi di aggiornamento per docenti in scuole di diverso ordine e grado in tutta Italia, offre la sua opera di psicologo per la consulenza psicopedagogica e il sostegno alle famiglie, collabora con le scuole e gli insegnanti per la diagnosi funzionale e l’impostazione di programmi didattici per i bambini e i ragazzi ciechi inseriti nelle diverse strutture scolastiche. E’ significativo che scuole e istituzioni richiedono e utilizzano le competenze di Mario come formatore, psicologo e pedagogo anche nei confronti di tematiche educative generali al di là della presenza della minorazione visiva.

Mario e la sua famiglia nella Piazza Rossa a Mosca - 1989

Mario e la sua famiglia nella Piazza Rossa a Mosca - 1989

Numerosissimi sono i convegni, i seminari, i corsi di formazione ed i progetti cui Mario ha contribuito in tutta l’Italia avendo al centro del suo interesse l’educazione del bambino e l’adulto cieco e ipovedente considerato sia nella propria specificità sia come parte integrante del sistema familiare, scolastico e sociale.
Iscritto all’Unione Italiana Ciechi in giovane età, ha svolto la sua opera in diverse commissioni e ha offerto il suo contributo pubblicando numerosi articoli sulle riviste pubblicate dall’Unione (Il corrire dei ciechi, Univoc, ecc…). E’ stato direttore della rivista mensile per ragazzi ciechi “Il Gennariello” contribuendo a renderla più moderna, vivace e interessante. Ha svolto il lavoro di psicoterapeuta soprattutto con persone vedenti.
Nel 1991 fonda l’associazione “Immagini per vivere” con la quale realizza numerose attività: gruppi di sostegno e di socializzazione dell’esperienza per gli insegnanti di sostegno; gruppi di psicoterapia; convegni e corsi di formazione.
E’ da sottolineare l’amore per il confronto, il piacere di Mario per il camminare in montagna, la passione per il remare e nuotare in mare, la musica jazz, lo studio e la lettura, il buon cibo e la buona compagnia. Consapevole delle proprie possibilità e dei propri limiti ha utilizzato il bastone bianco fin quando gli è stato permesso non solo dalla propria condizione di salute ma, sopratutto, dalle sempre maggiore caoticità di una città come Roma. Ci fa piacere ricordare il gusto per i lavori casalinghi, la cura delle piante, le piccole riparazioni, l’abilità in particolare nell’uso del trapano e della sega – in parte dovuta ai piccoli lavori in cui da bambino lo impegnava il nonno falegname – la memoria eccellente e la sua capacità di orientamento che a volte sembrava rasentare il magico: spesso è Mario che guida la persona vedente che lo accompagna nell’itinerario migliore per raggiungere la meta.
Nel 1994 viene diagnosticata una epatite C cronica attiva e una cirrosi epatica, conseguenza della contrazione del virus dell’epatite C molti anni prima con buona probabilità durante una trasfusione subita nel suo ricovero ospedaliero in tempi in cui il virus non era ancora stato identificato.
Entra in pensione ma continua il suo impegno di psicologo, tiflologo e convegnista.
La cirrosi epatica si è ormai trasformata in epatocarcinoma.
Consapevole della gravità della sua malattia accetta di sottoporsi a tutte le cure proposte che affronta con non comune capacità di collaborazione e sopportazione riuscendo a trasformare anche i periodi di ricovero all’Istituto dei Tumori di Milano o al S. Orsola-Malpighi di Bologna in occasioni di confronto e scoperta. Infatti stabilisce relazioni significative con gli altri ricoverati, per alcuni dei quali diviene punto di riferimento, e suggerisce modalità relazionali e indicazioni agli operatori per la gestione di un soggetto particolarmente problematico.
Nonostante le condizioni di salute sempre più precarie, Mario decide di partecipare, alla fine di febbraio 2001, al convegno conclusivo di un lavoro significativo svolto in collaborazione con l’Istituto Rittmeyer di Trieste: non vuole mancare ad un impegno preso né perdere la possibilità di godere di una passeggiata sul lungo mare..
Muore sul volo di ritorno a Roma il 1 marzo 2001.