Capitolo 4 – La consulenza alla famiglia – Solo per amore

Sommario:

d. Solo per amore

Introduzione

Nella mia esperienza professionale, il contenuto prezioso di una consulenza è quasi sempre nascosto nella faticosa vicenda di un bambino che non trova la via del suo sviluppo tra persone che lo amano, ma non tanto da riuscire a capirlo.
In una simile vicenda, il consulente ha semplicemente il compito di capire ciascuno dei protagonisti. Logicamente egli dovrà poi trovare il modo di presentare con la necessaria efficacia e prudenza quello che ha capito. In altre parole dovrà presentare la sua verità senza offendere la verità degli altri.
Giova forse precisare che la verità del consulente non si presenta come una verità alternativa, ma semplicemente come una verità capace di introdurre nella vicenda segnali di orientamento.
Per il consulente la maggiore insidia consiste nel divenire egli stesso un segnale di orientamento e di perdere, così facendo, la possibilità di indicare significati e regole di riferimento.
Divenire un segnale è un po’ come divenire un monarca assoluto che, indicando una regola, destituisce il fondamento della propria presenza.
Questa definizione, comunque, non ci deve far pensare ad un consulente lucido e razionale, in grado di capire senza coinvolgersi.
Infatti per capire una vicenda umana, occorre partecipare poiché l’intelligenza non può divenire benevola senza essere commossa dall’esperienza personale.
Occorre precisare, però, che si tratta di una partecipazione fluttuante, tratteggiata da pause di liberazione e di riflessione.
Riteniamo inopportuno e forse nocivo che il consulente divenga un protagonista della vicenda. La sua funzione risulta più agevole e incisiva quando egli diviene un “amico qualificato” da incontrare per appuntamento.

Mattia

Mattia è un bambino molto impegnato ad esistere, poiché la sua vita è iniziata nel segno del labirinto, in una condizione di smarrimento e di paura.
Per questa ragione è un bambino che ha soprattutto bisogno di indicazioni coerenti e comprensibili, per controllare la realtà che lo circonda e mitigare la propria ansietà.
Il controllo della situazione gli consente di vivere il piacere della vicinanza e di offrire energia al proprio gusto per l’iniziativa.
Naturalmente Mattia detesta il caos e ogni forma di avvicinamento che restringa e comprima il suo spazio di vita. Egli detesta inoltre le richieste intense e imprecise, con le quali gli altri vogliono da lui qualcosa che non riescono a dichiarare esplicitamente.
Un bambino così ha bisogno di una famiglia attenta e riflessiva, capace di analizzare con tolleranza e con benevolenza il comportamento dei suoi membri e di offrire a ciascuna persona uno spazio dignitoso e distinto.
In buona sostanza è questo il segnale di orientamento che ha consentito a tutti noi di conoscere Mattia nelle sue autentiche esigenze.
Quando si trova a suo agio Mattia diviene un bambino particolarmente simpatico e socievole, propenso al gioco, alla comunicazione e all’apprendimento.
Per conoscere questa sua simpatia e questa sua amabilità, i famigliari e tutte le altre figure di riferimento educativo hanno dovuto oltrepassare se stessi, lasciandosi contaminare da regole per molti aspetti lontane e dissonanti dalla loro cultura di provenienza.
Senza il timore della retorica possiamo dire che hanno saputo farlo solo per amore!