Quante volte, durante un’esperienza festosa con gli amici, siete improvvisamente divenuti pensosi e un po’ tristi, per un gesto non apprezzato, una vostra parola non ascoltata o più semplicemente per una risata non corrisposta.
A quel punto vi è capitato di percepire una sorta di inadeguatezza per un ambiente scherzoso ed eccitato, quasi una differenza inavvicinabile tra la vostra condizione interiore ed il clima psicosociale del gruppo. Forse vi siete addirittura un po’ forzati a rimanere tristi come se la tristezza fosse una condizione più limpida e inalterabile, al riparo dalla confusione e dalla aggressività di relazioni umane un po’ caotiche.
Non mi sento di escludere che questo vostro comportamento possa essere stato suggerito dal desiderio, diciamo semiconscio, di attrarre con la vostra misteriosa e rabbuiata introversione un possibile partner, commosso e incuriosito dal vostro isolamento.
Francamente posso dire che una simile condotta si rivela spesso una vera e propria trappola per coloro che la mettono in atto, poiché la tristezza, come tutte le emozioni, possiede una vita transitoria e potrebbe lasciarvi soli nello sforzo di continuare a essere pensosi e rabbuiati, senza sapere come uscire da questa artificiosa situazione.
Altre volte può capitare che, per così dire, l’eventuale partner abbocchi all’amo della vostra tristezza e questo, in un primo momento, potrà apparirvi come un bel successo.
Occorre però considerare che, proprio perché contenti dell’avvicinamento desiderato, vi resterà molto difficile continuare a nutrire la vostra tristezza. Per farlo sarete costretti a ricordare le vicende più sfortunate della vostra esistenza e rischierete, così facendo, di cadere nell’esagerazione o comunque nel ridicolo involontario.
Il partner, una volta compresa la forzatura e la finalità della vostra condotta, rimarrà deluso, a meno che non si tratti di persona così avida nel conoscere le altrui disgrazie, da interessarsi comunque alle vostre storie, semplicemente per il gusto della partecipazione. Anche in tal caso le cose non si metteranno bene, in quanto il vostro partner tenderà a riconoscervi come una vittima, come un perdente a vita e questo naturalmente comincerà ben presto a darvi noia e fastidio.
Da quanto detto risulta fin troppo chiaro che in un ambiente scherzoso l’improvvisa e transitoria comparsa del cattivo umore o di brutti pensieri meriterebbe minore attenzione e una risposta di evitamento piuttosto che di concentrazione.
Sempre che non ci interessi approfondire davvero l’origine del nostro malumore: in questo caso la cosa migliore da fare sarebbe quella di allontanarsi dall’ambiente scherzoso e magari farsi una bella passeggiata riflessiva in riva ala mare.