“Identità professionale dell’insegnante e l’articolazione delle funzioni docenti nell’ambito dell’autonomia”
Introduzione
Il tema presentato per questo progetto oggi è quello che viene attualmente trattato nella provincia di Roma. Per questo motivo ho accettato che sia sostanzialmente un tema da prendere in esame più che altro per via teorica e con qualche sfumatura teorico pratica. Essendo la prima volta, è comprensibile che in qualche modo sia così sia cosi perché questo tema in altra provincia lo sto mettendo in termini di operatività, vale a dire di formazione dei docenti nell’ambito stretto della pratica professionale. E stiamo passando dall’aggiornamento ad un vero e proprio processo di riqualificazione professionale. In certi casi potremmo parlare di formazione addirittura perché all’interno di una prospettiva come questa che vi presenterò c’è anche la possibilità di are poi anche dei percorsi individuali di formazione che porterebbero poi eventualmente anche a rappresentare figure di sistema nell’ambito della nuova scuola verso la quale stiamo andando.
Com’è nato questo mio discorso che a poco a poco è diventato poi sperimentale? E’ nato da una come sempre succede in questi casi, è nato da una sensazione, poco più di una sensazione che comunque scaturiva in me da una frequenza assidua e direi anche abbastanza varia delle istituzioni scolastiche del nostro paese. E’ cominciato 7/8 anni fa quando ho cominciato a costatare che tra le tante crisi presenti nella scuola la più grave, a mio modo di vedere, e orse anche la più significativa è la crisi dell’identità del’insegnante.
La crisi d’identità proprio nel senso più ingenuo o più rappresentativo del termine, vale a dire l’insegnante in quanto tale si portava allo specchio che si chiedeva “chi sono, che devo fare, e quali sono le caratteristiche del mio lavoro?” il che per certi aspetti può sembrare esagerato in quanto poi certamente alcuni sono compiti che l’insegnante continuava a sapere di doverli fare, ma tutto questo però, che anche poteva essere l’aspetto della certezza, era talmente poi complessificato da altri aspetti labirintici dell’esperienza professionale che perfino quelle poche conoscenze di cui era certo, cominciavano così in qualche modo ad essere ballonzolanti.
Le mie riflessioni iniziarono proprio da questo, chiedendomi allora quale potesse essere la risposta a questa crisi di identità dell’insegnante. E che cosa si poteva fare in questa direzione?
Sono ormai 20 anni che faccio il consulente sia come psicologo sia come pedagogista, da un lato alle famiglie, dall’altro agli insegnanti appunto.
E in quella prima fase di riflessione e di sensazioni, gli insegnanti più che altro richiedevano conforto, mi chiedevano di essere accogliente rispetto alle loro ansie, rispetto alle loro incertezze, e anche più rispetto alle loro frustrazioni. Io ho svolto più o meno validamente questa funzione di conforto sapendo bene però che, psicologo quale sono, la funzione di conforto va bene finchè si tratta di una fase transitoria, la funzione di conforto va bene finchè si tratta di una sorta di pronto soccorso, quando questa funzione diventa cronica non solo non va bene per chi riceve il conforto, ma diventa anche incompatibile direi pure per chi il conforto lo dà e perché si tratta di una sorta di sensazione di travaso che non ha fine e quindi diventa perfino inutile. E’ come quando un farmaco, è un po’ un’analogia che mi sento di dare, un farmaco che viene preso cronicamente e che in qualche modo determina una riequilibrazione basata proprio sul farmaco, per cui poi si creano ulteriori problemi che poi, magari, ne servirebbe un altro di farmaco, oltre quello che viene assunto, per cui insomma capivo sempre meglio e sempre più acutamente il limite ed il disagio che in prospettiva si sarebbe configurato continuando a svolgere questa funzione.
Vi dico subito che in parte ancora lo svolgo e che non ne sono fatto contento, anche se lo faccio con piacere quando capita, ma in linea teorica ne sono del tutto scontento proprio perché capisco che questo significa che ancora non sono riuscito a dare una risposta vera e propria. Però devo dire anzi in termini positivi che nel frattempo dei passi avanti, proprio con l’approfondimento di questo discorso sull’identità, qualche passo avanti, anche significativo, credo di averlo fatto. E sono proprio qui a presentarvi questi passi significativi.
forse è bene che arrivi gradualmente al contenuto come introduzione a questo momento, al contenuto di questo corso attraverso anche una piccola riflessione di carattere storico.