Parte II : Vivere la cecità – Meglio parlarne prima

Le prime volte che andiamo al cinema insieme con una persona che dimostri esitazione nel confronto con la nostra condizione sensoriale, possono facilmente divenire anche le ultime.
Infatti il nostro interlocutore, per uscire dallo spiacevole dubbio circa il come comportarsi, potrebbe decidere di guardare il film, limitandosi a comunicarci di tanto in tanto qualche sensazione, brevi commenti e considerazioni.
Del resto da parte nostra, per evitare che la situazione divenga eccessivamente laboriosa e imbarazzante, potrebbe prevalere la tendenza a simulare una situazione normale, fingendo di guardare il film e cercando di capire il più possibile la vicenda e le singole situazioni dall’insieme delle fonti sonore.
Questa ipotesi, per altro molto probabile, è un bell’esempio di mimetizzazione del problema che in certi casi può assumere aspetti propriamente paradossali come quando cominciamo a commentare, con l’interlocutore la bontà delle interpretazioni oppure la qualità della fotografia.
Soprattutto quando il film presenti una fisionomia esclusivamente visiva, l’esperienza può divenire molto frustrante e produrre, tra noi e l’altro, una sensazione di vera e propria estraneità, che al di sotto della superficiale cordialità della sensazione, insidierà seriamente la relazione fino a determinare una tacita e mascherata interruzione degli incontri.
Tutto questo capita perché non riusciamo ad accettare che la nostra condizione sensoriale possa divenire oggetto di una riflessione comune e motivo di un accordo pratico.
Forse vorremmo che l’altro già sapesse come comportarsi e ci fornisse le necessarie informazioni con disinvoltura e cordialità, risolvendo il problema con intuizione fluida, quasi che il problema non ci fosse.
Un simile desiderio è comprensibile e naturale, ma bisogna dire purtroppo che appartiene inesorabilmente al mondo dell’esperienza magica oppure, se preferite, alla vita dei sogni.
Per comprendere come comportarsi, l’altro non può fare a meno delle nostre indicazioni. La gran parte di simili indicazioni merita un adeguato dialogo e non può esser fornita durante la proiezione del film.
Dobbiamo pertanto arrenderci all’idea di preparare l’esperienza, preoccupandoci di offrire alle difficoltà una soluzione prefigurata.
Certamente questo potrà disturbare il fascino dell’immediatezza, ma renderà il rapporto più autentico, più costruttivo ed anche più duraturo.
Soprattutto ne risulteranno rafforzati il piacere e la qualità della nostra esperienza personale, cosa che indubbiamente ci aiuterà ad estendere lo spazio della nostra vita sociale.