Parte II : Vivere la cecità – L’insostenibile peso dell’ansia sociale

Ero appena sceso dal treno in una grande stazione molto affollata.
Presi il bastone bianco pieghevole dalla borsa da viaggio e lo preparai per camminare, al fianco del treno verso la testa del marciapiede. Desideravo portarmi in un punto molto visibile, per facilitare il compito alla persona che sarebbe venuta a prendermi.
Camminando ogni tanto sfioravo con il bastone il fianco del treno per assicurarmi di mantenere la giusta distanza dal bordo del marciapiede. Procedevo lentamente poiché il chiasso prodotto dalla folla disorientava la mia concentrazione.
Ad un certo punto non trovai più con il bastone il fianco del treno e mi fu necessario cambiare strategia. Continuai il mio cammino toccando con il bastone, ogni tanto, il bordo del marciapiede ma la mancanza del treno mi procurava qualche esitazione.
Fu proprio in quel momento che mi si avvicinò una signora che mi disse con voce ansiosa e un po’ aggressiva di stare molto attento, poiché correvo il rischio di cadere sul binario.
Quella voce, spiacevole e improvvisa, turbò ulteriormente la mia concentrazione. Ebbi l’impulso reattivo di allontanarmi rapidamente da quella voce, quasi per allontanarmi anche dall’esitazione che già irrigidiva i miei passi e la mia postura.
Una lieve imperfezione del suolo fece il resto: inciampai, persi l’equilibrio e caddi bruscamente sul binario.
La mia risposta fu pronta e determinata. Mi alzai di scatto con la borsa da viaggio a tracolla, recuperando alla svelta il bordo del marciapiede e risalendovi con fatica ma senza esitazione.
Un ferroviere era lì già proteso ad aiutarmi e mi consigliò di recarmi con lui al più vicino pronto soccorso.
Replicai con frettolosa disinvoltura che non ce ne era bisogno, perché non mi ero fatto proprio nulla.
La mia replica risultò efficace ed il ferroviere si allontanò, forse perplesso circa la mia condotta, allo stesso tempo non curante e nervosa.
Io avvertivo il bruciore ed anche il dolore di varie contusioni e di qualche lacerazione sul mio corpo, ma non volevo toccarmi, non volevo osservare; desideravo soltanto che il mio accompagnatore, arrivando, non si accorgesse di nulla.