Mario visto da…

I genitori ricordano Mario Mazzeo – di Vito, Maria e Cristina Pacillo

Pubblicato sullo stesso numero di “ Tiflologia per l’integrazione”, 2001, pp 56-573

Ci siamo sempre dati del “lei”, ma ora che le distanze non hanno più alcun peso, diamoci del “tu”, caro Mario.
Hai percorso negli ultimi anni un cammino davvero impervio: ho cercato di farti sentire la nostra stima e la nostra partecipazione alla tua grande sofferenza. Lottare contro un male che ti divora giorno dopo giorno e vivere comunque intensamente la propria professione fino alla fine, è qualcosa che solo poche persone sono in grado di fare. Tu lo hai fatto, Mario! Lo hai fatto e per renderti utile agli altri e per essere utile a te stesso, per non ripiegarti in uno sterile compatimento o in una angosciante attesa dell’evolversi della vicenda.
Non so se tu fossi “credente”; certo è che non ti dispiaceva che io pregassi per te. “Proviamole tutte, professore! Perché no?” mi dicesti una volta in proposito tra il serio e il faceto. Rimasi un po’ perplesso ma poi capii che era un modo per sdrammatizzare un po’ la cosa.
Oggi prego il Signore che ti doni la gioia promessa ai giusti. Perché giusto tu sei stato, per quanto mi risulta dal conoscerti in tante occasioni. Giusto mi sei apparso nei tuoi discorsi e nel tuo modo di vivere. Mai presuntuoso, né ricco, né distaccato, sempre invece preoccupato di indicarci il corretto percorso per far compiere a Cristina ulteriori passi avanti e per dare a noi maggiore serenità.
Grazie Mario! Grazie di tutto! Possa ciò che hai fatto con gratuita disponibilità per noi, in quindici anni di preziosi incontri da te a Roma o da noi a Foggia, meritarti il gratuito amoroso abbraccio del Padre che è nei Cieli. Non ch’io abbia validi elementi per ritenerlo, ma quand’anche la tua speranza in una dimensione ultraterrena fosse buia come i tuoi occhi di cieco, sono certo che il Padre ti ha aperto gli occhi e ti ha abbracciato contento di te e del tuo impegno per i tuoi fratelli.
Hai voluto essere subito “polvere”, senza attendere la lenta inesorabile dissoluzione, perché sei sempre stato persona dalla scelta decisa e totale.
Per noi sei non “polvere”, ma presenza viva.
Posso assicurarti che il nostro ricordo di te è più che mai vivo: è Cristina a richiamarti spesso alla nostra memoria; Cristina con i suoi problemi, con i suoi comportamenti di difficile interpretazione, per i quali non possiamo contare più sul tuo aiuto. Ma, ricordando e rileggendo le tue osservazioni, i tuoi consigli, rivedendo con gli occhi della mente il tuo sorriso benevolo e rassicurante, ci pare di trovare il bandolo della nuova matassa e di svolgerne il filo un po’ per volta.
Mario, dacci una mano! Facci un gran favore!
Cosa?
Beh, chiedi al Signore di guidarci sempre nel nostro cammino e con la tua preghiera, gradita al Signore, otterrai per noi più di quanto possiamo sperare!
Un affettuoso abbraccio, caro Mario!

Vito, Maria e Cristina Pacillo